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Intervista a Manuel Manzelli: la passione per la capoeira e il desiderio di insegnare

Ciao Manuel! Raccontaci un po’ di te: come ti sei avvicinato alla capoeira?

Ciao a tutti! Mi chiamo Manuel Manzelli, sono nato nel 1989 e ho scoperto la capoeira a 17 anni. Cercavo un’arte marziale che unisse combattimento e acrobatica, ispirato dai film di arti marziali e da opere come Matrix. Poi, un’estate all’oratorio, ho visto un ragazzo praticarla: è stato amore a prima vista. Da quel momento non ho più smesso.

La capoeira, inoltre, ha una storia affascinante: è nata come strumento di libertà per gli schiavi africani deportati in Brasile, che la usavano per difendersi e cercare la propria emancipazione. Nei secoli si è evoluta, ma all’inizio del Novecento era addirittura proibita per legge, proprio perché vista come una minaccia. Questo divieto non ha fatto altro che rafforzarne il significato simbolico di resistenza e libertà. 

Dopo l’abolizione della schiavitù, alcuni capoeiristi iniziarono a insegnarla, dando vita alle prime scuole e trasformandola in una disciplina sportiva riconosciuta in tutto il mondo.

Quando è nato il tuo desiderio di insegnare?

Quasi subito. Sentivo che la capoeira non era solo una disciplina da praticare, ma qualcosa da condividere. All’università, ho deciso di iscrivermi a Scienze Motorie per approfondire l’allenamento e il movimento, e nel frattempo ho iniziato a insegnare ginnastica artistica. Poi, naturalmente, sono passato alla capoeira.

Dopo la laurea, ho quindi iniziato come assistente in un gruppo con oltre 20 anni di esperienza, il Capoeira Sou Eu. Nel 2014 sono entrato nel Capoeira Sul da Bahia, uno dei gruppi più grandi al mondo, presente in oltre 30 paesi. Nel 2017 ho conseguito il titolo di istruttore a Milano e nel 2022 ho ottenuto il titolo di professor estagiárioin Brasile, ad Arraial d'Ajuda - un riconoscimento che si ottiene dopo almeno cinque anni di insegnamento. Quest’anno tornerò in Brasile per affrontare l’esame di formatura, un traguardo fondamentale per gli insegnanti di capoeira.

Cosa ti fa sentire la capoeira e cosa vuoi trasmettere ai tuoi allievi?

La capoeira mi dà un senso di libertà, sia nei movimenti che attraverso l’utilizzo della musica. Voglio trasmettere ai miei allievi questa stessa sensazione: la libertà di esprimersi attraverso il corpo, in un contesto di condivisione.

A differenza di altre discipline, la musica che citavo prima ha un ruolo fondamentale: chi pratica capoeira non si limita a eseguire movimenti, ma impara anche a suonare strumenti come il berimbau e a cantare. Questo rende l’esperienza ancora più immersiva e completa.

Come si svolge una tua lezione?

Le lezioni, sia per bambini che per adulti, seguono una struttura precisa:

  1. Riscaldamento – Iniziamo con esercizi per esplorare lo spazio e sincronizzarci con il ritmo del berimbau. Per i bambini, questa fase include giochi motori basati sui movimenti della capoeira.
  2. Tecnica – Si lavora spesso in coppia, per sviluppare la capacità di relazione con il compagno. All’inizio dell’anno ci concentriamo sulla ginga (il movimento base della capoeira), poi su attacchi e difese fondamentali.
  3. Acrobazie – Attraverso esercizi propedeutici, impariamo movimenti come la ruota e, per i più avanzati, il macaco e altre acrobazie più complesse.
  4. Musica e roda – Alla fine, ci riuniamo in cerchio (roda): insegno le canzoni, partendo dal semplice battito delle mani, e poi introduco strumenti come il pandeiro, l’atabaque e il berimbau.

Quali sono i benefici della capoeira?

A livello fisico, sviluppa forza, mobilità articolare, coordinazione e riflessi. Ma ha anche un impatto profondo a livello emotivo: la musica e il gioco permettono di esprimere la propria energia in modo unico.

A differenza di molti sport, non si punta alla perfezione tecnica, ma all’autenticità. Non importa se un movimento non è eseguito alla perfezione: ciò che conta è il dialogo tra i praticanti e l’energia che si crea nella roda.

La capoeira è uno sport competitivo?

No, è piuttosto un dialogo fisico tra due persone. Certo, esistono competizioni e ci può essere un po’ di rivalità, ma il vero obiettivo è la crescita reciproca. Nella roda, due praticanti “giocano” al centro, mentre il resto del gruppo suona e canta. Non c’è un vincitore: l’importante è divertirsi, imparare e migliorarsi.

Perché qualcuno dovrebbe iniziare a praticare capoeira?

Perché non è solo un’attività fisica completa, è molto di più. La capoeira ti permette di esplorare il movimento, la musica, la cultura afro-brasiliana e di esprimerti liberamente.Ognuno porta la propria energia e la propria storia nella roda, contribuendo al gruppo. È un’esperienza che arricchisce, sia fisicamente che mentalmente.

Mi piace riassumere tutto con una frase di una canzone di capoeira: "Leva o seu axé", che significa "porta la tua energia". È l’energia che muove tutto e che ognuno di noi può condividere attraverso la capoeira.