Il nostro lavoro crede nell’ascolto, nella pratica, nello studio e nello scambio di pratiche.Grazie al progetto BIAS- Building an Inclusive Attitude in Sport- il progetto internazionale finanziato dall’Unione Europea*- stiamo costruendo un manuale di esercizi e di giochi sportivi, di linee di azione e buone prassi per creare un gruppo inclusivo e cooperante.
Perché parliamo di inclusione e non di integrazione?
L’integrazione nello sport incorpora in un ambiente e in un gruppo esistente il bambino o la bambina con fragilità, lo accoglie per accompagnarlo a coordinarsi e adeguarsi a un percorso normale con gli istruttori sportivi o gli insegnanti. In questo caso il bambino con diverse abilità dovrà seguire un percorso semplificato parallelo al percorso normale. Seguendo questa strada di lavoro si creano spesso due livelli differenti e due gruppi di lavoro definiti dal livello della prestazione.
Lo sport per persone con disabilità e persone senza disabilità. L’inclusione nello sport è invece la creazione di un ambiente che valorizza la ricchezza della differenza, il bambino e la bambina verranno accolti in un ambiente dove poter esprimere la propria individualità senza sentirsi giudicati o esclusi.Il lavoro che stiamo svolgendo e le pratiche sperimentate sono indirizzate all’intero gruppo dei bambini che dovrà accogliere il bambino con fragilità. Nella prassi stiamo pensando e provando degli esercizi e dei giochi che diminuiscono l’interazione volta alla performance all’interno della lezione sportiva (riscaldamento, potenziamento, reattività e etc..), e aumentano la possibilità di “fare con l’altro”.
Le buone prassi per creare un gruppo inclusivo
In questi mesi con i partner Judo Assist Ireland e Sport Evolution Alliance, abbiamo posto le basi per progettare insieme esercizi sportivi per aiutare il gruppo ad essere accogliente, coeso e inclusivo, e lo studio condiviso di buone prassi, da sperimentare ciascuno nel proprio ambito, proseguirà fino a giugno 2025, data prevista per l’uscita del Manuale per uno sport realmente inclusivo, che sarà il principale output di questo progetto europeo di cui siamo orgogliosi di essere Capofila.
*Finanziato dall’Unione europea. Le opinioni espresse appartengono, tuttavia, al solo o ai soli autori e non riflettono necessariamente le opinioni dell’Unione europea o dell’Agenzia esecutiva europea per l’istruzione e la cultura (EACEA). Né l’Unione europea né l’EACEA possono esserne ritenute responsabili.
ENGLISH VERSION
We believe in listening, practicing, studying and exchanging methods.Thanks to the BIAS (Building an Inclusive Attitude in Sport) project – the international project funded by the European Union* – we are building a handbook of sport exercises and games, guidelines and good practices to create an inclusive and cooperating group.
“Inclusion” or “integration”
Integration in sport means welcoming the boy or girl with fragility into a setting and an existing group. Kids are accompanied in coordinating and adapting to a normal path with sports instructors or teachers. In this case the child with different abilities will have to follow a simplified path that runs parallel to the “normal” one.
This often creates two different levels and two work groups defined by their ability to perform. I.e., sport for people with disabilities and sport for people without disabilities.
Inclusion in sport, on the other hand, is the creation of an environment that enhances the richness of diversity. Kids will be welcomed into an environment where they can express their individuality without feeling judged or excluded.
The work we are doing and the practices we are testing address the entire group of participants that will have to welcome the child with fragility.In practice we are thinking and trying exercises and games that reduce the interaction aimed at performance during the lesson (warm-up, strengthening, reactivity and etc.), to increase the possibility of “doing together“.
GOOD PRACTICES TO CREATE AN INCLUSIVE GROUP
In recent months, with our partners Judo Assist Ireland and Sport Evolution Alliance, we have laid the foundations for designing sports exercises together to help the group become welcoming, cohesive and inclusive. This shared study of good practices, that each partner will experiment in its own field, will continue until June 2025, scheduled date for the release of the Handbook for a truly inclusive sport: it will be the main output of this European project that we are proud to be leading.
*Funded by the European Union. Views and opinions expressed are however those of the author(s) only and do not necessarily reflect those of the European Union or the European Education and Culture Executive Agency (EACEA). Neither the European Union nor EACEA can be held responsible for them.