Il primo quadrimestre si sta per concludere e, come succede a scuola, abbiamo chiesto ai nostri insegnanti dei corsi per bambini di fare un piccolo resoconto su ciò che è stato fatto in questo periodo di lavoro (nonostante lo slalom di quarantene di questo ultimo mese), un’analisi di come sono stati i bambini e la previsione di quello che sarà il programma per la seconda parte dell’anno.In questo articolo ci raccontano il loro lavoro alcuni insegnanti di Arti Marziali.
A cura di Marco Marzagalli, Futura Zuccotti e Sofia Fiora
SCUOLA DELL’INFANZIA
L’obiettivo di questa prima parte dell’anno e’ stato quello di creare un contesto in cui i bambini avessero libertà di movimento e di gioco maggiormente de-strutturato rispetto agli anni scorsi.
Come nella situazione precedente all’emergenza sanitaria, le lezioni mirano a migliorare le capacità motorie dei bambini (equilibrio, coordinazione etc.,) attraverso esercizi e percorsi di psicomotricità.Vengono introdotti gradualmente esercizi propri del judo praticabili senza contatto (come ad esempio la caduta ) per indurre i bambini a sviluppare una maggiore percezione e un miglior controllo dei movimenti del proprio corpo (es. cado con il mento chiuso) nonché per imparare a concentrarsi nell’esecuzione.
Quest’anno l’interazione con i compagni non si e’ sviluppata con il contatto fisico ma con l’imitazione dell’altro, la collaborazione nella costruzione dei percorsi o nel darsi ruoli di squadra.
Il contesto proposto, alla luce della situazione di pandemia che sta affliggendo il mondo è volutamente più ludico rispetto agli anni precedenti: ogni esercizio e’ proposto all’interno di giochi e scenari di fantasia, volutamente de-strutturati, liberi, e aperti alle idee dei bambini ma anche ai loro umori.
Per quanto i bambini (4-5 anni) appaiono sereni e decisamente meno provati (anche motoriamente) dalle restrizioni del periodo rispetto ai più grandi, anche in loro si percepisce una maggior voglia di muoversi liberamente (correre, saltare) e interagire tra di loro rispetto agli anni precedenti (sono incontenibilmente felici di vedersi e molto attenti nell’accorgersi delle assenze dei compagni)!La criticità più grande riscontrata e’ il numero sempre più ridotto dei bimbini presenti.
Il numero dei bambini e’ minimo, talvolta sono presenti solo in 2: il rammarico riguarda non solo gli assenti – che rinunciano ad un percorso di sviluppo psico motorio importante in questa fascia di età – ma anche per i presenti perché’ i giochi diventano più stimolanti se si e’ in molti.
E’ un contesto extra familiare in cui i bambini imparano anche a stare in gruppo con diversità, necessità di ascolto degli altri, reciproco aiuto, espressione delle prioprie personalità etc, se si e’ in due ciò viene a mancare.La seconda parte dell’anno, in cui si spera diminuiranno le assenze, vedrà intensificato il lavoro di gruppo e delle proposte specifiche della disciplina.
SCUOLA PRIMARIA
I corsi sono frequentati da una dozzina di bambini, in genere quasi tutti al primo anno di judo, fra i 6 e i 10 anni.
Una minoranza sono bambini/e che hanno fatto judo in precedenza ma che, con la pandemia, hanno purtroppo avuto un andamento non continuativo.
Tutti i bambini, salvo un paio di eccezioni, frequentano una volta a settimana: la progressione di insegnamento è quindi abbastanza lenta.E’ stato posto l’accento sulle cadute e ad oggi sono pochi coloro che ancora non le hanno fatte proprie: sono state insegnate due tecniche di proiezione e diverse tecniche a terra.Soprattutto sono state poste al centro dell’insegnamento le basi relazionali del Judo, ovvero la necessità della collaborazione fra gli allievi, pilastro di questa disciplina.
I bambini sono invitati ad aiutarsi nello svolgimento degli esercizi in coppia, e non a contrapporsi al compagno o pensare solo al proprio turno per svolgere l’esercizio.Ovviamente ogni singolo gruppo risponde a queste sollecitazioni in modo differente: c’è chi le ha recepite in maniera molto profonda e chi fa più fatica.
Siamo comunque soddisfatti del lavoro che i bambini hanno svolto fino a qui.
Nel secondo quadrimestre gli esercizi saranno più creativi: ognuno avrà maggiori possibilità di esprimere, attraverso gli esercizi liberi col compagno, quanto ha appreso e quanto riuscirà a fare. Inoltre gli esercizi punteranno a far accrescere il livello di attenzione durante la lezione (tasto nolente per alcuni gruppi), all’aumento della coordinazione e verranno gradualmente introdotti esercizi più complessi.
In questa fase sarà necessaria la massima volontà di ciascun bambino di voler progredire, ma sono fiducioso che, anche grazie all’aiuto dei genitori, la motivazione dei partecipanti sarà all’altezza.
SCUOLA SECONDARIA
Alcuni dei ragazzi che frequentano il corso avevano fatto judo in precedenza altri, invece, sono nuovi, ma c’è stata un ottima sintonia fra queste due componenti, anche grazie al loro impegno.
Tutti i ragazzi frequentano una volta a settimana e quindi la progressione di insegnamento è abbastanza lenta.
E’ stato posto l’accento sulle cadute e ad oggi sono pochi coloro che non le hanno apprese. Sono state insegnate tre tecniche di proiezione ai nuovi e diverse tecniche a terra.
Con gli storici si è ripreso e affinato quanto già sapevano e per poi proseguire e andare oltre.
Abbiamo messo al centro l’insegnamento delle basi relazionali del Judo, ovvero la necessità della collaborazione fra gli allievi che sta alla base della nostra disciplina.
Siamo soddisfatti del lavoro che i ragazzi hanno svolto insieme. Nel secondo quadrimestre gli esercizi saranno più creativi e ciascuno di loro avrà maggiori possibilità di esprimere, attraverso gli esercizi liberi col compagno, quanto ha appreso e quanto riuscirà a fare.Entro fine anno presumo che alcuni di loro saranno pronti per la cintura successiva.
A cura di Giovanni Natalicchio e Andrea Gutierrez
SCUOLA DELL’INFANZIA
Il corso è mirato ad impostare esercizi, movimenti e basi propedeutiche per la disciplina marziale. Inoltre, ogni incontro ha l’obiettivo di recuperare le relazioni tra i coetanei persa in questi mesi di isolamento a casa.
Inoltre questo corso è finalizzato a responsabilizzare i bambini all’interno dei propri movimenti, cioè di far prendere loro coscienza della propria fisicità e dello spostamento del loro corpo all’interno di uno spazio condiviso con altri bambini della stessa età.
I bambini di questa fascia d’età, infatti, spesso compiono movimenti in maniera repentina, senza avere consapevolezza dello spazio in cui si stanno muovendo.
Questo aspetto, se non regolato, può creare alcune difficoltà; il corso, quindi, si pone l’obiettivo di far vivere in maniera regolata lo spazio condiviso.
Si è lavorato sul lavoro di riconoscimento del lato destro e di quello sinistro (che abbiamo notato creare molte difficoltà) e sulla sicronia dei movimenti tra braccia e gambe, cominciando attraverso lo svolgimento di esercizi simmetrici, per poi proseguire con esercizi di movimenti asimmetrici tra braccia e gambe.
Ci sono stati buoni risultati: piano piano i bambini stanno cominciando a conoscere il proprio corpo e a prendere confidenza con gli spostamenti e con la possibilità di eseguire movimenti complessi di coordinazione tra braccia e gambe e anche dell’orientamento dello sguardo rispetto a come è orientato il corpo.
Inoltre le arti marziali hanno come caratteristica essenziale il rispetto di alcune regole: i bambini hanno bisogno di giocare ma all’interno delle regole dettate dalla disciplina: il saluto all’inizio, il comportamento corretto durante lo svolgimento della disciplina, il silenzio durante il saluto, il fatto di mettere a posto le proprie ciabatte prima di iniziare…
Su questo abbiamo ottenuto risultati davvero notevoli.Per il secondo quadrimestre ci proponiamo l’obiettivo di consolidare i risultati ottenuti, acuire l’attenzione dei bambini durante gli esercizi e inserire anche dei movimenti e degli spostamenti tipici del karate e in generale delle arti marziali per addentrarci in maniera più specifica all’interno della didattica di questa disciplina.
SCUOLA PRIMARIA
Per molti dei bambini iscritti al corso di tratta di un proseguimento rispetto a quanto fatto gli anni precedenti.
Rispetto al lavoro svolto con i bambini della scuola dell’infanzia, i bambini della primaria hanno un vero e proprio programma da seguire con una verifica a fine anno per valutare il passaggio di grado.
Il lavoro sulla percezione del proprio corpo, sulla coordinazione dei movimenti, sull’equilibrio, sull’orientamento del proprio corpo all’interno dello spazio e sulla gestione di quello spazio insieme ad altri bambini della stessa età rimangono punti solidi e fondamentali dell’insegnamento.
Tutti questi esercizi vengono fatti come riscaldamento e sono proposti in chiave ludica per far maggiormente appassionare i bambini.
Oltre alla parte ludica c’è ovviamente una parte più prettamente didattica in cui si affrontano le tecniche proprie del Karate.
Per i bambini che non hanno alle spalle un lavoro pregresso, il lavoro da fare è sicuramente più intenso, mentre per chi ha già fatto esperienza del Karate e che ha già affrontato una prova d’esame alla fine dello scorso anno per il riconoscimento del proprio grado, si affronta un consolidamento del lavoro fatto che serve per proseguire all’interno del programma didattico previsto dal karate.